Ormai da parecchi anni i maiali fanno parte del mio mondo, non mi ritengo un’esperta ma un’osservatrice.
Giuditta e Nancy Pupetta vivono all’aperto, hanno un recinto personale ed un ricovero coperto.
Ogni giorno le libero affinché possano correre, grufolare e rotolarsi nel fango.
Le osservo e resto sempre affascinata da questo animale fantastico.
“Del maiale non si butta nulla” si suol dire ed è vero.
Accarezzo la coppa e il guanciale, massaggio un pochino il prosciutto, perché a loro piace tanto, e pulisco lo zampone che, a volte, è proprio sudicio, una spazzolata veloce a salami ed insaccati vari visto che le signorine sono belle cicciottelle. Anzi no, Giuditta è veramente in forma i suoi prosciutti sono belli ed asciutti.
Ecco, i maiali li conosciamo così, conosciamo le parti del loro corpo in base a quello che potremmo mangiare.
Per me non è più così. Dei miei maiali non butto via nulla perché li amo tutti interi.
Le osservo, creature intelligentissime, e mi rendo conto di come deve essere atroce la vita di un maiale in un allevamento.
I primi sei mesi di vita, Mike anche di più, i miei maiali li hanno trascorsi nella corte di casa. Cuscino, trapunta e passeggiate con la pettorina, a volte anche qualche giro in macchina. Poi sono cresciuti ed allora li ho portati in bosco ed è lì che sono diventati MAIALI.
I maiali non sono animali da appartamento, non si possono rinchiudere in casa, farli dormire su di un letto, infiocchettarli o lavarli con lo shampoo profumato. Questa è diventata una moda assurda. Cambiare la loro natura è un egoismo umano quanto macellarli per le loro carni.
Bisogna avere rispetto: per la loro vita, per le loro necessità.
Le osservo costruirsi la tana, è una cosa fantastica.
Giuditta raccoglie con la bocca fieno e rami e li trascina all’interno del suo rifugio, si crea un giaciglio rialzato per difendersi dall’umidità del terreno e poi, spingendo con il muso, ammassa pietre e legni ai lati, si sistema sul suo letto da regina e si fa delle gran dormite.
Nancy Pupetta invece ha sistemato una coperta e la paglia e poi ha chiuso l’entrata della tana con il fieno. Entra, si distende sulla paglia ed infila la testa nel fieno.
Quando le vedo così tranquille e felici mentre sonnecchiano nelle loro tane penso ai maiali degli allevamenti. Rinchiusi, ammassati senza la possibilità di scavare, di grufolare , di sentire la terra sotto i piedi, l’acqua sulle setole, il sole sulla pelle.
Eppure non hanno nulla di diverso da Giuditta e Nancy Pupetta.
Poi mi sovviene il discorso tra due ragazzini venuti in visita tempo fa.
Incantati dai maiali si erano fermati ad accarezzare Nancy Pupetta ed il più piccolo rivolgendosi al compagno disse: – Ti piacciono i maiali? Ma anche tu ne hai alcuni uguali a casa! –
Il ragazzino ci pensò un po’ su e poi rispose convinto: – Ma no! I miei non sono uguali, sono per prosciutto! –
Rimasi basita, mi trattenni dal commentare.
Il ragazzino continuava ad accarezzare il maiale.
Forse qualcosa pian piano cambierà nel suo modo di pensare o forse no.
Nel mio mondo c’è la possibilità di conoscere, conoscere per comprendere, comprendere per cambiare.