Il coniglietto a tre zampe

-Basta. Non posso più accogliere animali. Non è periodo. Non ho più soldi in cassa.  Da sola non ce la faccio più.-

Questo è il mio nuovo mantra in periodo covid. Sono  sicurissima di quello che affermo, arcisicura, perchè veramente questo è un periodo durissimo. 

Per non farmi mancare nulla, s’ammala uno dei miei gatti e quindi visita veterinaria.

Sono anni che mi dico che devo resistere al veterinario e alle sue tentazioni. Niente da fare.

D’altra parte quando la dottoressa che divide lo studio con lui mi guarda sbattendo gli occhioni e raccontandomi la storia strappalacrime del coniglietto a tre zampe , come posso resistere?

D’altra parte se non lo prendo io , chi si prenderà cura di quella povera creatura?

Ho sempre sospettato che i mantra non funzionassero e il coniglietto ne è la riprova!

Per farla breve il povero coniglietto color miele e  dalle lunghe orecchie se ne stava da un bel po’ nello studio veterinario perchè era l’unico sopravvissuto all’attacco della volpe ad un allevamento in campagna. Ovvero, si sperava potesse sopravvivere perchè la simpaticona gli aveva staccato un pezzo della zampa posteriore ed ora i veterinari stavano cercando di salvargliela ma non erano sicuri di riuscirsi.

Era chiaro che per lui, una volta risolto il problema della zampa, serviva un luogo sicuro e che quel luogo era ilmondodisusanna. Il ragionamento non faceva una piega e così diedi la mia disponibilità all’adozione.

Purtroppo le cose non andarono nel migliore dei modi, l’infezione non si arrestò e dovettero amputare tutta la zampa, fino alla coscia.

Finito il periodo di degenza mi chiamarono per andare a prelevare la creatura che mi stava aspettando nella sua gabbietta.

Fu così che conobbi  Arturo, il coniglietto a tre zampe.

Lo portai da Cinzia, la coniglietta bianca e nera, anche lei “un regalo” del mio veterinario, che rimasta vedova di Martino ora viveva da sola nella sua casetta con giardino.

Aperta la gabbia, non appena mise le zampine sul terreno, Arturo incominciò a saltellare con quella sua andatura buffa e dolcissima, noncurante della zampina inesistente ed immediatamente fece amicizia con la coniglietta.

L’unica ad accorgersi della sua “diversità” ero io: lui era felice e Cinzia lo accolse con infinita dolcezza.

Al mattino li trovai abbracciati nella loro casetta: Cinzia aveva un nuovo compagno ed Arturo aveva trovato casa.

Ben arrivato piccolino.

 

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