Alice è una gattina nata due anni fa nel mio mondo. Figlia di Mamy e Papy che purtroppo non ci sono più.
E’ una gattina tutta nera, in verità non molto socievole, sempre presente, insieme a suo fratello Paolo, all’ora della pappa.
Quest’anno si è fidanzata con Gattazzo, un bel gattone dal pelo semilungo, che ha deciso di abbandonare la sua vita di randagio per stabilirsi nel mio orto.
Dal loro amore sono nati tre micetti che Alice ha partorito sotto il pavimento della casa delle caprette.
Me ne sono accorta un giorno, mentre sistemavo il fieno e Pamela, la cagnolona, mi faceva compagnia cercando di rubate il mangime delle capre. Alice non appena vide Pam uscì da sotto il pavimento con il pelo irto, gli occhi gialli a palla e gli artigli sfoderati. Non era un bel vedere: sembrava il gatto di un film del terrore! Fu così che scoprii l’esistenza della sua prole ma non osai cercare di capire quanti fossero perché la mammina, come al solito, non era molto socievole.
Per una ventina di giorni le portai il cibo “a domicilio” poi, un brutto giorno, scoprii che la tana era vuota: aveva spostato i piccolini.
Li ritrovai dall’altra parte del campo in una cuccetta che avevo sistemato tra il fieno. Erano tre. Tre piccoli meravigliosi micetti tigrati che assomigliavano a Gattazzo in modo inequivocabile. Uno aveva preso il carattere della madre e soffiava già solo al pensiero che potessi avvicinarmi.
Restarono nel fieno per cinque giorni poi Alice pensò bene di spostarli nell’arca delle galline. Le galline così diventarono le prime baby sitter dei figli di Alice.
La mamma durante il giorno andava a zonzo, ogni tanto tornava a controllare e poi se ne andava di nuovo affidando la sua prole alle cocche.
La sera, quando chiudevo l’arca con dentro le galline Alice e i gattini restavano all’interno, al sicuro tra le piume delle cocche.
Una sera però, all’ora di chiusura delle arche, Alice non tornò e io non me la sentii di chiudere dentro i gattini senza la mamma ,quindi li trasferii nuovamente nella cuccetta tra il fieno.
Il giorno dopo scoprii che Alice aveva cambiato baby sitter: ora i gattini stavano con i conigli.
Li aveva trasportati nel recinto di Eleonora, Martino e dei loro coniglietti e i micetti si erano subito ambientati, tanto da dormire appoggiati ai coniglietti!
In questo nuovo luogo per me fu più facile iniziare lo svezzamento dei gattini e così incominciai a portar loro del cibo per cuccioli ma Alice aveva “disconosciuto” uno dei micetti che ormai era disidratato e non riusciva più a muoversi.
Lo portai a casa e mia figlia si occupò di lui mentre io andavo al campo.
Lo chiamò Nando e con siringa e latte in polvere riuscii a farlo riprendere e a farlo ritornare un bellissimo gattino. Non appena finito lo svezzamento Nando si trasferì in una nuova casa tra persone fidate ed amorevoli che sono diventate la sua famiglia.
Nel frattempo i due fratellini rimasti con i conigli crescevano alimentati dalla madre e dal cibo che tre volte al giorno portavo ai piccolini.
Ormai erano in simbiosi con i conigli.
Una mattina però non li trovai più. Alice nuovamente li aveva portati via, proprio nel momento in cui avevano incominciato a mangiare da soli la pappa che erano abituati a trovare ogni giorno.
Non li vidi più. Anche Alice si faceva vedere saltuariamente. Ero preoccupata.
Dopo due settimane persi ogni speranza di rivedere vivi i micetti.
Poi una mattina una piccola pallina di pelo tigrato fece capolino da dietro un secchio nel recinto delle galline.
Era lei, la sorellina di Nando. Denutrita e disidratata affamata a tal punto da gettarsi nel piatto del cibo. Non stava molto bene, faceva fatica a mangiare ed era poco ricettiva.
Alice controllava miagolando dall’alto di una albero. Mi dispiaceva per lei ma non era stata una brava mamma. Ancora un micetto mancava all’appello.
Insieme ad un’amica sono corsa dal veterinario e la micetta ora e lì . Deve prendere peso e rimettersi in forma e poi…una famiglia l’aspetta.
L’aspetta Nando, il suo fratellino, che tornerà ad essere il suo compagno di giochi. La famiglia che ha adottato il micetto ha deciso di accogliere anche Gianna, la sua sorellina, perché è così che l’ho chiamata.