La volpe, in primavera, dopo aver visitato il mio campo, aveva lasciato dietro a sé una scia di morte e sofferenza. Carmela, Riccardo (i fagiani) e le quagliette erano passati a miglior vita in una sola notte. Signorina, la coniglietta sposa di Martino, non fu così fortunata: la volpe le addentò il posteriore attraverso la rete portandosi via pelo, pelle e un pezzo di carne. A nulla valsero le cure del veterinario e dopo due giorni anche la povera Signorina raggiunse Carmela, Riccardo e le quagliette nei pascoli del cielo.
A consolare Martino, il povero vedovo, arrivò Roberta una deliziosa coniglietta bianca e grigia che era stata abbandonata nello studio del mio veterinario.
– Ho la moglie per Martino!- mi comunicò al telefono il veterinario e io corsi a prenderla.
La introdussi nel recinto di Martino, depresso e sconsolato per la morte della compagna.
Non fu amore a prima vista.
I due conigli si studiavano a distanza e non dormivano vicini come Martino usava fare con Signorina.
Il tempo passò e la situazione sembrava migliorare, avevano fatto amicizia.
Incominciai a trovare dei ciuffi di pelo e pensai che Roberta avesse iniziato a fare il nido perché io non l’avevo avvisata che Martino aveva perso la sua virilità, per mano del veterinario, molto tempo prima del suo arrivo.
Un giorno però, mentre pulivo le arche delle cocche sentii un gran trambusto nel recinto dei conigli e vidi Martino e Roberta che se le davano di santa ragione! Peli che volavano e conigli che s’azzuffavano morsicandosi a vicenda e sotto a Roberta vidi qualcosa che no mi convinceva…
Lasciai le cocche ed entrai nel recinto dei conigli, presi al volo Roberta per la collottola e…Roberta non era Roberta!
Sotto la sua pancia facevano sfoggio di sé degli evidentissimi testicoli che Martino aveva strapazzato un bel po’.
Infilai Roberta/o in una gabbia e corsi dal veterinario.
-Ma che bel coniglio! Com’è cresciuto bene.- si complimentò.
– Guardi che dovrebbe essere una coniglia, me l’ha data lei perché facesse compagnia a Martino- ribattei contrariata.
– Mio Dio -rincalzò il veterinario rivolgendosi sbeffeggiandomi alla collega – Susanna sta troppo con gli animali e non sa più distinguere un maschio!-
Ecco fatto, alla fine è sempre colpa mia.
Rinchiuso Roberto nella gabbietta me ne ritornavo mogia mogia verso casa a presentare ai miei persiani un nuovo compagno di giochi fino a quando non fossi riuscita a costruire ancora un altro recinto!